La sede di Benevento del CSV Irpinia Sannio ha ospitato venerdì sera l’incontro su “Denatalità e spopolamento. L’urgenza di azioni e politiche per riaccendere la vita nelle comunità”, organizzato dal Laboratorio per la felicità pubblica con le ACLI provinciali di Benevento ed il Centro Servizi per il Volontariato. L’iniziativa è stata realizzata anche con la collaborazione di Base Benevento e del Forum delle associazioni familiari della Campania.
Un confronto che ha visto numerosi interventi e tra questi quelli di Ettore Rossi, coordinatore del “Laboratorio per la Felicità Pubblica”, Filiberto Parente, presidente di ACLI Campania, Nino De Maio, presidente regionale Forum associazioni familiari Campania, dei sindaci di Apice ed Apollosa Angelo Pepe e Danilo Parente, e la relazione centrale di Gigi De Palo presidente Fondazione per la Natalità.
«Il tema – ha spiegato Ettore Rossi – è che il nostro territorio è caratterizzato da questo grandissimo fenomeno dello spopolamento e della denatalità, c’è una distorsione della struttura delle età ed abbiamo questo squilibrio dato da pochi giovani e molti anziani. E’ chiaro che la scelta di fare figli è una scelta che non può essere scollegata da tutte le altre situazioni e politiche che riguardano la vita ed il benessere delle persone, il lavoro prima di tutto, i servizi, le questioni abitative. Noi vogliamo cercare di capire quali strumenti si possono mettere in campo per frenare un minimo questo fenomeno perché sappiamo che i giovani da una parte hanno il desiderio di metter su famiglia, ed anche di avere figli, ma in molti casi non ci sono le condizioni perché questo loro desiderio possa realizzarsi. E questo li spinge ad andare via, spinge ad una emigrazione in alcuni casi subita ed in altri casi scelta. Noi vogliamo lavorare in quello spazio possibile di giovani che vogliono costruire una famiglia in questi territori. È chiaro che ci vuole una grande rivoluzione in termini di politiche, sappiamo che il nostro paese è indietro rispetto a quelli più avanzati europei per quanto riguarda le politiche che possono favorire la costruzione di una famiglia e la nascita dei figli. È un obiettivo che non possiamo sottovalutare perché ne va dell’esistenza delle nostre comunità. Su questo vogliamo lavorare e vogliamo farlo assieme a tutti i soggetti che hanno desiderio di investire nelle politiche familiari. Mettere al mondo figli non è una scelta solitaria, ma una scelta che riguarda tutta la comunità, ecco perché deve diventare un impegno davvero di carattere pubblico, che ha a che fare, per dare sempre sostanza al nostro obiettivo come laboratorio, con l’incremento della felicità pubblica perché giovani più soddisfatti della loro condizione saranno più invogliati a creare una loro famiglia e a dare così una prospettiva ai nostri territori».
A portare i saluti per il CSV Irpinia Sannio è stato il consigliere Pasquale Orlando. «Abbiamo ospitato questo importante approfondimento proposto dal Laboratorio per la Felicità Pubblica e dalle Acli provinciali di Benevento su denatalità e spopolamento che è – ha detto Pasquale Orlando – il vero tema di queste province. Perché se la denatalità è un problema comune in tutta Italia, si nasce poco ed il Paese invecchia, nel Sannio ed in Irpinia, zone interne di una Campania una volta regione più giovane d’Italia, lo spopolamento sta distruggendo intere comunità ed ogni anno noi perdiamo interi paesi. C’è bisogno allora di invertire la china, certo con interventi strutturali, ma bisogna anche cambiare atteggiamento, guardare con attenzione alle nostre famiglie, metter in campo strumenti per aiutare i giovani e le coppie e fare in modo che la socialità sia positiva. E servono risorse umane ed in questo il Volontariato può dare una mano».
«Siamo arrivati ad un punto di non ritorno sul tema della natalità – ha sentenziato Gigi De Palo – nel senso che se continuano a non esserci nascite in Italia ed a maggior ragione in territori come questi dove la natalità si va ad accumulare anche allo spopolamento spesso dei giovani che vanno magari al nord o in altri paese, se non riusciamo ad invertire questa tendenza crollerà un po’ tutto. Crollerà il sistema pensionistico, crollerà il sistema sanitario oggi gratuito e domani a pagamento, il valore delle case diminuirà drasticamente così come il Pil rispetto al quale passeremo dal nono posto dell’Italia al venticinquesimo, queste sono le previsioni fino al 2050. È giunto il momento di darci un obiettivo, l’Istat ha detto 500mila nuovi nati entro il 2033, cercando di fare politiche familiari che finalmente mettano le famiglie, che in Italia sono la sussidiarietà silenziosa che risolve tutti i problemi, nelle condizioni di realizzare i loro sogni. In Italia le donne vorrebbero 2,4 figli e ne fanno solo 1,24 ed in questa differenza c’è tutta la frustrazione di donne che sono costrette a scegliere tra lavoro e famiglia, tra una realizzazione a livello di carriera o la nascita di un figlio. Queste sono le contraddizioni del Paese. Ma prima di tutto bisogna darci un obiettivo strategico verificabile di anno in anno. Altrimenti non si va da nessuna parte e dico, sottolineando questo aspetto, che la natalità non è né di destra e né di sinistra, la natalità riguarda tutti perché i governi in Italia durano 1 anno e 4 mesi in media, quindi ci sarà questo governo, ce ne sarà poi un altro, ma questo è un tema che riguarda tutti e bisogna fare squadra. Il problema della natalità non può però essere risolto con politiche ad impatto zero, serve un vero e proprio piano Marshall per mettere le risorse, le energie, la narrazione nuova per cambiare le cose».